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COMMENDA “S.MICHAEL” DI ROSSANO: FONDAZIONE

Il 29 Ottobre A.D. 2005 anno dell’Ordine 887, presso la cappella privata della villa Toscano-Mandatoriccio di Rossano, dopo la celebrazione della Santa Messa, S.E. il Gran Priore d’Italia dell’O.S.M.T.H. Stelio W. Venceslai ha proceduto alla consacrazione della nuova Commenda San Michael di Rossano. Il neo commendatore ha, a sua volta, nominato gli ufficiali della Commenda.
La Commenda San Michael ha come emblema uno scudo con al centro la croce vermiglia templare e l’effigie dell’Arcangelo San Michele. La nascita della nuova commenda è stata un avvenimento rilevante nel territorio dell’Alto Cosentino e la notizia è stata diffusa anche da alcune testate giornalistiche.
Fin dalla sua nascita la Commenda San Michael opera a Rossano, occupandosi di solidarietà, formazione e volontariato, in conformità ai precetti morali dell’Ordine, in coerenza con i principi cristiano-cattolici che accomunano tutti i suoi membri.
La Commenda San Michael ha manifestato la chiara intenzione di porre il proprio operato a servizio della Chiesa e della comunità locale; i membri della Commenda, infatti, sono guidati da un padre spirituale (sacerdote domenicano) per compiere un cammino di fede.

 

 
Stemma della Commenda S. Michael

IL PERCHÈ  DI UN NOME


Imporre il nome in senso biblico ha sempre significato un’appartenenza, oltre che una connotazione identificativa della persona.
Tra gli Angeli rifulge per bellezza uno su tutti di cui la S. Scrittura ci rivela il nome:
MI – KA – EL,   che significa:   CHI – COME – DIO ?
Era già  considerato dagli ebrei come il Principe degli Angeli, protettore del popolo eletto, simbolo della potente assistenza divina nei confronti di Israele.
Nell’Antico Testamento appare per tre volte, in particolare nel libro di Daniele (Dn 10,13-21; 12,1 ), dove è stato indicato come il difensore del popolo ebraico e il capo supremo dell’esercito celeste che difende i deboli e i perseguitati.
“Or in quel tempo sorgerà Michele, il gran Principe, che vigila sui figli del suo popolo, Vi sarà un tempo di angoscia, come non c’era mai stato dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro”.   (Dn 12,1)
A S. Michele è attribuito il titolo di “arcangelo”, lo stesso titolo con cui sono designati Gabriele –“Forza-di-Dio”- e Raffaele –“Dio-cura”-. Nel Nuovo Testamento, S. Michele è presentato come  opposto totale del maligno, vincitore dell’ultima battaglia contro satana e gli altri angeli ribelli. Leggiamo nel cap. 12° dell’Apocalisse:
“Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi Angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. Il grande drago, il serpente antico, … che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli.
Allora udii una voce nel cielo che diceva: “Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo, poiché è stato precipitato l’accusatore dei nostri fratelli, colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte. Ma essi lo hanno vinto per mezzo del Sangue dell’Agnello e grazie alla  testimonianza del loro martirio, poiché hanno disprezzato la vita fino a morire. Esultate dunque o cieli e voi che abitate in essi,. Ma guai a voi, terra e mare, perché il diavolo è stato precipitato sopra di voi pieno di furore, sapendo che gli resta poco tempo” (Ap 12,7-12).Gli stessi attributi dell’Arcangelo, la prontezza nello schierarsi dalla parte di Dio, della Verità, del Bene, la difesa dei poveri, dei deboli, degli ultimi secondo il mondo, la ricerca disinteressata della sola gloria di Dio e il bene dei suoi figli (come recita il nostro antico motto: “Non a noi, non a noi, o Signore, ma solo al tuo Nome da’ gloria!”), l’intercessione con la preghiera per il popolo di Dio e per ogni uomo di buona volontà, nella testimonianza della Verità e del bene, nella tolleranza e nel rispetto di ogni uomo e di ogni fede come così ampiamente hanno testimoniato  i nostri padri, fino alla totale effusione del sangue e all’estremo martirio, fanno comprendere facilmente il perché della scelta di questo Nome glorioso.